Un dispersore e un elemento metallico in contatto elettrico con il terreno.
Il dispersore è intenzionale se è stato posato nel terreno allo scopo di disperdere corrente, ad esempio un picchetto.
Il dispersore è di fatto (o naturale) quando è stato posato nel terreno per svolgere altre funzioni, ma viene utilizzato anche per disperdere corrente.
Il ferro delle fondazioni in cemento armato in contatto elettrico con il terreno, perché il cemento assorbe l’umidità del terreno e presenta una resistività paragonabile a quella del terreno stesso: tutto succede come se i ferri fossero posati direttamente nel terreno.
I ferri delle fondazioni in cemento armato costituiscono dunque un ottimo dispersore di fatto a costo zero. I ferri dei plinti vanno interconnessi mediante una corda interrata (terra di fondazione).
L’aggiunta di picchetti non serve a nulla (almeno dal punto di vista elettrico).
Da notare che si è fin qui parlato dei ferri delle fondazioni in cemento armato. Diversa la situazione in cui si vogliano utilizzare i ferri della struttura in cemento armato dell’edificio per la messa a terra, ad esempio in un appartamento al decimo piano. In questo caso, i ferri in questione sono utilizzati come conduttori di protezione e quelli delle fondazioni come dispersori.
Utilizzare i ferri del cemento armato come conduttori di protezione non è in linea di principio proibito, ma è una pratica sconsigliabile, perché non è facile controllare la continuità elettrica dei ferri fino alle fondazioni.
Per quanto riguarda la corrosione dei ferri si tratta di un fenomeno trascurabile in corrente alternata, che non impedisce di utilizzare i ferri del cemento armato per la messa a terra.
Si ricorda, in proposito, che i ferri di fondazione del cemento armato vanno comunque collegati (per quanto possibile) all’impianto di terra, ai fini del collegamento equipotenziale principale, e dunque tanto vale utilizzarli come dispersori di fatto.
Premesso che di fatto non è necessario collegare a terra una recinzione metallica ai fini della protezione contro le scariche atmosferiche, rimane da esaminare il caso in cui la recinzione sia una massa estranea.
La recinzione metallica costituisce una massa estranea se la sua resistenza verso terra è inferiore a 1 kΩ, ma non è detto che debba essere collegata a terra.
Secondo la norma CEI 64-8 devono far parte del collegamento equipotenziale principale (EQP) alla base dell’edificio non tutte le masse estranee, ma solo quelle principali, e segnatamente: le tubazioni dell’acqua e del gas entranti nell’edificio, le tubazioni dell’impianto di riscaldamento/condizionamento centralizzato e i ferri del cemento armato (per quanto possibile).
La stessa norma CEI 64-8 richiede di collegare tutte le masse estranee al collegamento equipotenziale supplementare (EQS), il quale è però richiesto soltanto in luoghi particolari, come i locali da bagno o per docce, le piscine, le stalle, ecc. ma non all’esterno.
Dal punto di vista normativo, dunque, la messa a terra della recinzione non è mai imposta.
Potrebbe essere comunque utile tale collegamento ai fini della sicurezza?
La risposta è positiva se una massa si trova nei pressi, ad esempio il palo dell’illuminazione perimetrale di uno stabilimento.
Nel caso di illuminazione stradale, tale collegamento equipotenziale può essere invece controproducente per la sicurezza, perché può determinare situazioni pericolose in zone lontane e incontrollate.
In definitiva, è meglio non collegare a terra le recinzioni poste in prossimità dei pali dell’illuminazione pubblica.
Lo stesso dicasi, più in generale, per gli elementi metallici molto lunghi come ad esempio un guard-rail stradale.
È importante identificare il conduttore di protezione, altrimenti si rischia di collegare una massa al conduttore di fase.
La regola è che il conduttore di protezione sia facilmente identificabile.
Se il conduttore di protezione, o di terra, è nudo si identifica da solo e non occorre altro.
I conduttore di protezione isolato, utilizzato negli impianti, deve essere identificato con il colore giallo verde su tutta la sua lunghezza.
La fascetta giallo-verde terminale (preferibilmente autorestringente) è ammessa soltanto per i cavi unipolari con guaina, ad esempio FG7R 0,6/1 kV, perché non esistono cavi con una guaina di colore giallo-verde. Ma non si vede alcun motivo per utilizzare un conduttore unipolare con guaina come conduttore di protezione
La fascetta di colore giallo-verde è inoltre tollerata per identificare i conduttori di protezione negli impianti anteriori al 1° giugno 1984 (data di entrata in vigore della prima edizione della norma CEI 64-8), purché la fascetta sia applicata su tutti i tratti accessibili, in cui sia possibile realizzare derivazioni (guida CEI 64-14).
