Presa a spina

Gli adattatori tra presa ad uso industriale e spina ad uso civile costituiscono l’oggetto della norma EN 50250 (CEI 23-64); sono quindi ammessi dalle norme, nei limiti di seguito indicati.

Il normatore riconosce implicitamente che l’uso degli adattatori in questione dovrebbe essere per quanto possibile evitato, perché la spina ad uso civile non ha la resistenza agli urti e il grado di protezione di una spina ad uso industriale. L’adattatore è però un male necessario per evitare guai peggiori,

L’utente, esasperato dall’incompatibilità tra i vari tipi di prese e spine, è infatti tentato di tagliare la spina e di infilare i conduttori nella presa.

L’adattatore deve essere quindi utilizzato quando è necessario e non in modo permanente, ad esempio per permettere all’artigiano che interviene in un cantiere di utilizzare il suo trapano, ma non per alimentare la betoniera del cantiere stesso.

L’adattatore deve portare, infatti, la scritta “Solo per uso temporaneo” in posizione visibile anche quando è inserito tra presa e spina.

Se un apparecchio con spina ad uso domestico è permanentemente utilizzato in ambiente industriale, la sua spina deve essere cambiata con un’altra spina ad uso industriale.

L’adattatore deve essere accompagnato anche da un foglio d’istruzioni con la seguente frase:

Prestare attenzione nell’uso in quanto il grado di protezione della presa industriale, nella quale è inserito l’adattatore, viene ridotto e non usare in ambiente con pericolo di esplosione”.

Questo avviso responsabilizza I’utente sull’uso “oculato” dell’adattatore.

Nel complesso, l’adattatore in oggetto costituisce una preoccupazione in più per chi Si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro.,

In passato, gli adattatori tripli erano proibiti, per evitare che l’utente ne inserisse uno dopo l’altro, frontalmente, fino a formare il cosiddetto “albero di Natale” che sollecita a flessione la presa e ne può provocare l’uscita dalla scatola con pericolo di contatto diretto per l’utente.

Dal mese di giugno 1997 la  norma CEI 23-57 “Spine e prese per uso domestico. Parte 2: Requisiti particolari per adattatori” ha però ammesso gli adattatori tripli, conferendogli lo status di regola d’arte. Si tratta di un evidente passo indietro nella sicurezza.

Nei luoghi ordinari, la norma raccomanda di installare le prese a spina ad un’altezza di almeno:

  • 17,5cm dal pavimento, se montate a parete;
  • 7 cm se montate su canale o zoccolo;
  • 4 cm se montate su torretta o calotta sporgenti dal pavimento.

Nei luoghi di pubblico e nelle autofficine, le prese vanno installate ad almeno 115 cm dal suolo.

Nelle aree di campeggio, le prese a spina devono essere installate ad un’altezza dal terreno compresa tra 50 cm e 150 cm2.

Negli asili nido è consigliata, ma non obbligatoria, un’altezza dal suolo di almeno 120 cm.

La presa mobile a ricettività multipla (più nota come ciabatta) è ammessa dalle norme sulle prese a spina, ma secondo qualcuno è in contrasto con la norma CEI 64-8, art. 537.5.2 (commento), dov’è detto: “in edifici a destinazione primariamente residenziale si raccomanda che per le prese a spina ad installazione fissa la direzione d’inserzione delle relative spine risulti orizzontale o prossima all’orizzontale…”.

Questo articolo, in verità, non è applicabile alla “ciabatta”, perché si riferisce alle prese ad installazione fissa e non alle prese mobili come quelle in questione.

In conclusione, non c’è alcun bisogno di installare in verticale le ciabatte, ad esempio legandole ad una gamba del tavolo dell’ufficio, in modo che l’asse d’inserzione della spina sia orizzontale.

Una presa bipasso 10/16 A riceve sia la spina da 16 A, sia quella da 10 A, ma è costruita per portare la corrente a 16 A nell’esercizio ordinario.

La presa bipasso va quindi considerata a tutti gli effetti come una presa da 16 A, per quanto attiene sia il cavo di alimentazione, sia la sua protezione contro le sovracorrenti.

In definitiva, la presa bipasso 10/16 A può essere protetta da un interruttore automatico da 16 A.

Il timore è che in questo modo l’apparecchio dotato di spina da 10 A non sia protetto dall’interruttore da 16 A.

E’ bene chiarire in proposito che l’interruttore automatico ha il compito di proteggere il cavo e la presa, non l’apparecchio utilizzatore, di cui l’impiantista non conosce le esigenze di protezione.

L’apparecchio utilizzatore deve essere protetto dalle sovracorrenti dal costruttore, se del caso, con dispositivi installati a bordo dell’apparecchio stesso.

In teoria, non c’è un limite al numero di prese che un circuito può alimentare.

All’aumentare del numero di prese diminuisce soltanto il coefficiente di contemporaneità, a parità di corrente nominale dell’interruttore di protezione del circuito. In pratica, si suddividono le prese su più circuiti, ad esempio per zone.

Solo in casi particolari, la norma stabilisce il numero massimo di prese per ogni interruttore differenziale o per ogni dispositivo di protezione contro le sovracorrenti.

Ad esempio:

  • nei campeggi è richiesta una protezione contro le sovracorrenti e differenziale dedicata per ogni presa destinata all’alimentazione delle piazzole;
  • nei locali di pubblico spettacolo, le prese a spina devono avere la protezione singola contro le sovracorrenti nei luoghi ai quali può accedere il pubblico, mentre negli altri luoghi possono essere raggruppate fino a cinque prese sotto la stessa protezione.

Nei luoghi di pubblico spettacolo, le prese a spina fisse di corrente nominale superiori a 16 A devono essere del tipo con interblocco.

Le prese a spina mobili fino a 16 A devono essere fornite di un dispositivo di ritenuta, che ne impedisca cioè il distacco volontario.